La notizia

L’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e i due funzionari Ida De Cesaris e Leonardo Bianco assolti per non aver commesso il fatto, mentre il sindaco di Farindola e i due funzionari responsabili delle strade della Provincia, condannati, avrebbero dovuto il primo evacuare l’hotel e gli altri due sgomberare la SP8 dalla neve.
Novanta giorni dopo la sentenza che fece gridare allo scandalo, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea ha reso note le motivazioni, specificando che né l’ex prefetto né i due funzionari in servizio il 18 gennaio 2017 avrebbero potuto in alcun modo con la loro condotta provocare la tragedia dell’hotel Rigopiano, spazzato via da una valanga che provocò 29 vittime, tra ospiti del resort e personale.
In 274 pagine il gup spiega assoluzioni e condanne.
L’ex prefetto e i due funzionari sono stati assolti da tutti i reati, tra cui quelli di omicidio colposo plurimo e di lesioni colpose plurime, mentre il sindaco Lacchetta è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, perché avrebbe dovuto evacuare l’hotel, ospiti e personale in servizio. Era un suo dovere ai sensi della Legge quadro della protezione civile del 1992, in cui il sindaco rappresenta la massima autorità comunale.
Per il giudice l’evacuazione dell’hotel avrebbe evitato la morte dei clienti e dello staff. “Lacchetta – scrive il gup – nella piena consapevolezza del rischio valanghivo e del forte innevamento della zona, ha omesso di disporre la chiusura dell’hotel Rigopiano”.
Per quanto riguarda la condanna a 3 anni e 4 mesi di due funzionari della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro De Blasio, le posizioni di vertice e dunque il ruolo assunto dagli imputati comporta il riconoscimento della loro responsabilità, dice il giudice, poiché “non hanno predisposto un servizio di monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della SP 8, non hanno assicurato la pulizia notturna dalla neve anche attraverso la sostituzione della turbina fuori uso, ovvero infine non avendo chiuso al traffico veicolare il tratto stradale”.
Infine, sull’assoluzione dell’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco, della conclamata carenza nella gestione della strada non può essere chiamato a rispondere né lui né il comandante della Polizia provinciale Giulio Honorati né il tecnico Tino Chiappino. Anzi il presidente Di Marco, scrive il gup nelle motivazioni della sentenza, si è particolarmente prodigato per la risoluzione dei problemi che affliggevano la zona sollecitando in più occasioni le persone con cui era in contatto.