Servizio Tgmax 18 febbraio 2017 – Le feste natalizie erano passate da due settimane ma se ne respirava ancora l’atmosfera con gli addobbi e la neve, troppa neve, come testimonia l’ultimo video che Marinella Colangeli, responsabile del centro benessere, inviò alla sorella. Una neve fatale per le 29 persone che non sono sopravvissute alla violenza della valanga. Rigopiano un mese dopo si presenta come un cumulo di macerie e terra spoglia. Un posto di blocco dei carabinieri, in presidio permanente, blocca chiunque voglia avvicinarsi. L’area, con tutto ciò che contiene, è sotto sequestro. Alla stampa è consentito filmare ciò che rimane del resort sul versante pescarese del Gran Sasso.

C’erano 40 persone all’hotel Rigopiano quel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio, quando una valanga si è staccata da 2.200 metri di quota e ha investito la struttura: 28 ospiti, tra cui 4 bambini, e 12 dipendenti. L’albergo è stato travolto da una massa di neve, alberi e detriti che aveva un fronte di 300 metri e una forza pari a 4 mila tir a pieno carico: quando i soccorritori sono arrivati, il giorno dopo, facendosi strada con un mezzo spazzaneve dei vigili del fuoco, hanno trovato un mare bianco alto 4 metri; solo una piccola parte della struttura era visibile.

Al termine di una settimana di scavi e ricerche in condizioni proibitive, il bilancio finale è stato di 29 vittime e 11 sopravvissuti. Sulla tragedia indaga la procura di Pescara, il pm Cristina Tedeschini ha aperto il fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo: non c’è ancora nessun indagato. All’inchiesta si aggiunge anche l’esposto firmato dal Forum dei movimenti per l’acqua, che documenta valanghe avvenute in epoca recente. La domanda che ora ci si pone è infatti: quell’hotel poteva essere costruito dov’era? E poi le incomprensioni per gli allarmi lanciati più volte ma raccolti dopo solo circa due ore dalla tragedia, motivo del ritardo con cui sono partiti i soccorsi.

In attesa che la giustizia accerti le responsabilità ai vari livelli, passeranno anni. Intanto Farindola, ancora attonita, continua a piangere le sue vittime. Anche la comunità si sente vittima di questa tragedia.