La notizia
Vecchi pneumatici, cinturini in pelle e persino un Ipad. Il recupero di rifiuti industriali non solo come buona pratica di riuso, ma come modo per rendere immortali oggetti d’arredo, attraverso l’arte.
E’ questo il senso della mostra “Design oltre il recupero” allestita a Pescara, alla Maison des Arts della Fondazione Pescarabruzzo.
L’esposizione, con il patrocinio del Consiglio regionale dell’Abruzzo e del Comune di Pescara, è organizzata da Scart, il progetto artistico del Gruppo Hera che da 25 anni trasforma i rifiuti in opere d’arte, con oltre mille creazioni al proprio attivo.
Le opere sono state realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti e Design di Bologna, Brera, Firenze, Ravenna, Rimini e San Marino.
L’ideatore di Scart, nonché direttore marketing di Herambiente, è Maurizio Giani.
La mostra resterà aperta fino a domenica 28 maggio. L’ingresso è libero.
Al taglio del nastro è intervenuto anche l’amministratore delegato di Herambiente, Andrea Ramonda. “A Pescara, con la mostra Design oltre il recupero, il Gruppo Hera porta il messaggio di un’economia circolare che punta anche sulla bellezza, per accompagnarci nel vivere quotidiano”, spiega Ramonda. “Vogliamo così rendere la cultura del riuso, del recupero e della valorizzazione delle risorse, sempre più pervasiva nei territori che serviamo. Questo anche in Abruzzo, dove ogni giorno operiamo con l’obiettivo di rendere i cittadini protagonisti della transizione energetica, preservando le risorse e sostenendo l’efficienza energetica”.

La trash art di Scart
Le creazioni Scart esposte attraversano un arco temporale di oltre 20 anni. Circa la metà sono state realizzate negli ultimi 2 anni, mentre la parte rimanente è nata in momenti diversi del percorso progettuale, che proprio quest’anno celebra il quarto di secolo dalla nascita.
Oggetti, dunque, molto diversi per tipologia, materiali utilizzati e prospettiva artistica delle mani che li hanno plasmati.
La trash art di Scart, in gran parte derivata da scarti industriali, non si riesce a leggere con la filigrana del tempo che scorre, come avviene invece frequentemente con gli oggetti di design, ognuno figlio degli stili, dei gusti e dei materiali dominanti di ogni epoca.
Un altro filo conduttore riguarda la potenza narrativa di ogni pezzo, perché ognuno racconta una storia che unisce recupero, inventiva e sensibilità artistica. Ad esempio, i rottami di vecchie biciclette sono diventati un appendiabiti e una grande lampada da soggiorno. I carrelli rotti di un supermercato, assieme all’imbottitura per materassi di scarto, sono stati trasformati in un divanetto, che ha avuto grande notorietà televisiva in alcune trasmissioni Rai come Viva Rai2! di Fiorello (2023) e Ci vuole un fiore (2022) di Francesco Gabbani. E ancora, il sedile smontato da un tram, combinato ai due pneumatici dismessi di un trattore, ha dato vita alla poltrona diventata poi copertina della mostra.
Talvolta, poi, le storie non si fermano all’uso della prima vita degli oggetti, ma vanno oltre e ci parlano di mutamenti profondi che hanno attraversato o attraversano stili di vita e scelte di consumo: in una parola, la nostra società. E’ il caso, ad esempio, di Firenze Santa Maria Novella, un divano ricavato da pancali e braccioli di carrozze ferroviarie e, soprattutto, da decine di cappelli del personale FS. Quei berretti facevano parte di un grosso lotto di abbigliamento dismesso di personale dei vagoni letto. In Scart si accorsero subito che quella partita di divise raccontava la fine di un mondo: quello delle notti passate a dormire sullo sferragliare conciliante dei binari. Un mondo in buona parte pensionato dall’alta velocità e dai voli low cost, formidabili strumenti di spostamento veloce, in cui però siamo tutti un po’ più passeggeri e un po’ meno viaggiatori.

Scart compie 25 anni
Il progetto Scart nasce nel 1998, dunque esattamente 25 anni fa, in seno a uno degli impianti di trattamento e recupero di rifiuti industriali Herambiente. In un quarto di secolo, sono state create oltre mille opere d’arte, anche grazie a collaborazioni con prestigiose realtà quali numerose Accademie delle Belle Arti, la Comunità di Sanpatrignano, oltre a registri, coreografi, costumisti di fama internazionale.
Ad oggi la rete Scart coinvolge oltre 300 giovani artisti, designer e architetti. Le opere, realizzate esclusivamente con materiali di scarto industriali, comprendono quadri, statue, soprammobili, elementi d’arredo, strumenti musicali, giocattoli, decorazioni, costumi e scenografie teatrali.
Esposte in decine di mostre in tutta Italia, le opere Scart sono spesso protagoniste di progetti artistici di rilievo nazionale e internazionale. In quest’ambito, ad esempio, costumi di scena e scenografie firmate Scart sono ogni anno protagoniste del concerto di Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio di Lajatico. Nel 2018 per il tour di Laura Pausini e Biagio Antonacci è stato allestito un doppio pianoforte con i ritratti Scart dei due artisti.
Numerose le collaborazioni televisive. Le opere Scart sono salite più volte anche sul palco dell’Ariston in occasione del Festival di Sanremo e hanno fatto parte dell’allestimento della presentazione del palinsesto Rai 2022/2023 al Superstudio Maxi di Milano.
L’accoglienza della Fondazione Pescarabruzzo
“Le opere del Gruppo Hera rispondono perfettamente alle nuove esigenze di sostenibilità”, commenta all’inaugurazione Nicola Mattoscio, presidente Fondazione Pescarabruzzo.
“Materiali riutilizzabili, biodegradabili, riciclabili sono stati progettati per essere confortevoli da vivere e piacevoli da ammirare, anche alla stregua di veri e propri oggetti d’arte. Anche per sottolineare l’eterno principio che nulla si crea, tutto si trasforma e nulla si distrugge”.