
Sergio Marchionne è morto all’ospedale di Zurigo, in Svizzera, dove era ricoverato da fine giugno. L’ex ad di Fca aveva 66 anni.
L’annuncio è stato fatto da Exor, la holding della famiglia Agnelli. “Con grande tristezza Exor – scrive il presidente John Elkann – ha appreso che Sergio Marchionne è mancato”.

“Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore – aggiunge Elkann -. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio”.

Nato a Chieti 66 anni fa, figlio di un maresciallo dei Carbinieri, a 14 anni si trasferì con la famiglia in Canada. Marchionne, il manager filosofo, aveva tre lauree: in Filosofia, Economia, Giurisprudenza e master in Business Administration. Domiciliato in Svizzera, lascia due figli e la compagna Manuela, 47 anni.
L’uomo dal maglioncino nero ha vissuto gli ultimi anni tra Torino e Detroit, guidando quella rivoluzione che portò in Borsa Cnh Industrial e Ferrari.

Un manager al centro anche delle relazioni politiche mondiali, da Obama a Trump, che in Italia ha respinto l’invito di Silvio Berlusconi a candidarsi con il centrodestra e ha avuto una lunga luna di miele con l’ex premier Matteo Renzi, dal quale ha poi prese le distanze.
Era stato Umberto Agnelli a portare a Torino Marchionne: lo aveva conosciuto in Sgs e lo aveva voluto nel consiglio di amministrazione. Il primo giugno 2004, pochi giorni dopo la morte di Umberto, è l’uomo scelto per guidare la rinascita, con Luca di Montezemolo presidente e John Elkann vicepresidente.