L’intervista
Cinquantatre sindaci chiedono l’intervento del governo e della Regione per scongiurare la vertenza della fabbrica del Ducato, la più grande realtà produttiva dell’Abruzzo e del centro-sud Italia, con oltre 6mila occupati e circa 18mila addetti del settore.
Lunedì pomeriggio, ad Atessa (Chieti), si riunirà il comitato dei primi cittadini seriamente preoccupati per una drastica riduzione del lavoro in val di Sangro, nell’indotto automotive, a causa dell’apertura della nuova fabbrica gemella in Polonia, che da febbraio entrerà a regime con la produzione della versione lunga del veicolo commerciale leggero più venduto in Europa.
“Una guerra tra territori all’interno dell’Unione europea è concorrenza sleale”, denuncia al Tgmax il sindaco di Atessa Giulio Borrelli.
Le chiusure prolungate, la riduzione dei turni da 18 a 15, la cassa integrazione e la mancata conferma di circa 750 addetti precari, oltre alla crisi dei componenti provenienti dal continente asiatico non lasciano presagire nulla di buono per il futuro prossimo.
E c’è chi teme una riduzione del 50 per cento della forza lavoro, nello “stabilimento dei record” produttivi: trecentomila furgoni l’anno potrebbero presto diventare solo un ricordo?