Nella quarta settimana di luglio scatta la cassa integrazione per i dipendenti di Stellantis di Atessa.
Tutto lo stabilimento si fermerà, 4900 dipendenti saranno interessati dalla Cigo.
Lo fanno sapere i sindacati di categoria, che hanno ricevuto notizia questa mattina durante l’incontro con l’azienda.
Mercato in affanno
Le motivazioni dello stop produttivo sono da ricercare nel mercato in affanno sui cabinati, van e ora anche sui furgoni a marchio Stellantis.
Così l’azienda annuncia due giorni di fermo e una settimana di cassa integrazione per tutto il plant di Atessa.
La Cassa integrazione non risparmia neppure lo stabilimento gemello in Polonia.
Nella riunione di oggi, 26 giugno 2024, con il comitato esecutivo delle rsa di Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcf la direzione aziendale ha comunicato che l’attuale situazione di mercato ha determinato dapprima un abbassamento della produzione dei veicoli cabinati e passi corti e, nelle ultime settimane, anche dei furgoni, riferiscono i sindacati.
Per questa ragione la direzione aziendale ha comunicato che farà ricorso, precauzionalmente e in modo preventivo, ad una ulteriore settimana di cassa integrazione, dal 22 al 28 luglio 2024 compresi, per la totalità dei dipendenti del plant.
Inoltre, per una situazione contingente non prevista, è stato comunicato anche il fermo produttivo dello stabilimento di Atessa (ad eccezione del reparto Ckd di Lastratura e del Convertion Center) delle giornate del 1° e prossimi, su tutti e 3 i turni, con l’utilizzo di 2 par a fruizione collettiva.
A seguito della flessione delle richieste, (sotto gli 800 veicoli al giorno), l’azienda dall’8 luglio rivedrà la sua organizzazione del lavoro, rimanendo invariata nelle unità di lastratura e verniciatura, mentre nell’unità di montaggio si svolgerà attività lavorativa solo su 1° e 3° turno, rimarrà fermo il 2° turno, con copertura in cassa integrazione.
Infine, a fronte del calo delle richieste comunicato oggi, è stato reso noto che la flessione interessa anche lo stabilimento di Gliwice, in Polonia, per 2 settimane. Lo stabilimento polacco non è strutturato per la produzione di veicoli cabinati, come quello di Atessa.
Il reparto CKD di lastratura non sarà interessato dalle suddette comunicazioni.
Il commento della Uilm
“Saranno mesi duri – dichiara il segretario Uilm Chieti-Pescara, Nicola Manzi – che previsionalmente, secondo i dati a nostra disposizione, potrebbero protrarsi anche oltre l’autunno. Premesso che tutto è dettato dal mercato, dobbiamo tenere alta la guardia affinchè si eviti la delocalizzazione del lavoro dell’indotto. Il mio appello va al governo regionale e alla politica tutta – prosegue Manzi – questo è il momento di accelerare e migliorare la fruizione delle infrastrutture da parte del comparto automotive. Abbiamo bisogno di un territorio predisposto al trasporto merci e alla logistica capillare. Come Uilm chiediamo di investire e potenziare il trasporto merci su ferro, grazie alla società regionale Sangritana che già svolge servizio in Val di Sangro. Le aziende dell’indotto hanno una capacità produttiva fino a 300 mila furgoni l’anno e possono contare su una professionalità acquisita in oltre 40 anni di esperienza e sulla manodopera altamente specializzata dei nostri addetti. Il Made in Italy è la risposta a questo periodo di rallentamento del mercato e la Regione Abruzzo deve farsi trovare pronta per arginare la crisi che questo comporta e rilanciare e potenziare il nostro indotto”.