
Pescara, 6 Settembre 2016 – Ci sono anche due abruzzesi tra le sette persone arrestate stamani dalla Digos di Torino nell’ambito dell’operazione denominata “Scripta Manent” contro la Fai, la federazione anarchica informale. Ad eseguire le ordinanze di custodia è stata la Digos di Torino coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della polizia di prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. All’operazione hanno dato il loro contributo operativo le Digos di Pescara, Roma e Viterbo. In tutto gli indagati sono 15. Agli arrestati viene contestato il reato di associazione con finalità di terrorismo e l’esplosione di tre ordigni: uno presso il quartiere Crocetta di Torino il 5 marzo 2007 e due ordigni presso la Caserma allievi carabinieri di Fossano il 2 giugno 2006.

Gli ordigni, in entrambi i casi, erano programmati per esplodere a breve distanza l’uno dall’altro al chiaro scopo di arrecare grave danno all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute sul posto.
L’operazione della Digos di Torino trae origine dal procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Torino a seguito del ferimento dell’ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, per mano di appartenenti al cosiddetto “Nucleo Olga”, espressione del cartello eversivo “Fai-Federazione Anarchica Informale”. L’indagine ha permesso di ricostruire la struttura associativa e l’evoluzione internazionale della Fai. Le misure cautelari riguardano anche i militanti anarchici Alfredo Cospito e Nicola Gai, autori dell’attentato all’ingegner Adinolfi, condannati in via definitiva l’11 luglio 2014 in Cassazione. Al primo erano stati inflitti 9 anni, 5 mesi e 10 giorni, al secondo 8 anni, 8 mesi e 20 giorni.
I due abruzzesi arrestati vivono a Montesilvano (Pescara) dove sono stati arrestati dagli agenti della Digos della Questura di Pescara, coordinati dal vicequestore aggiunto Leila Di Giulio. In queste ore, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze, sono in corso le perquisizioni domiciliari a carico degli indagati. L’indagine, durata anni, è partita dopo i primi atti eversivi attribuiti alla cellula eversiva che aveva collegamenti con altri gruppi anarco-insurrezionalisti del vecchio continente.