Lutto cittadino
Un ragazzo d’oro e dai mille interessi: questo era Fabio Pasquini, 31 anni, strappato alla vita da una precedenza mancata sulla Statale 16, mentre di domenica mattina si recava in spiaggia.
E’ immenso il dolore dei famigliari, la madre Maria Grazia, la moglie Katia Di Biase, i due fratelli Luca, gemello, e Dario, ancora increduli per questo nuovo lutto, dopo la perdita del padre Franco avvenuta alcuni anni fa per un incidente di caccia. Anche Fabio andava a caccia, lo ricordano gli amici cinghialai sui manifesti funebri, accanto a varie squadre di basket, che salutano il capitano dell’Intrepida Ortona.

La commozione è palpabile in piazza San Giorgio, a Treglio (Chieti), gremita di quanti hanno voluto portare l’ultimo saluto ad un giovane tanto amato dalla sua comunità.
Anche l’ex parroco ha officiato la cerimonia tra le lacrime, assieme a don Erminio Di Paolo, parroco di Guardiagrele e cugino di Fabio. “Davanti al lutto ci sentiamo lacerati, ma non possiamo vivere il dolore chiusi in noi stessi”, ha detto don Roberto Geroldi, ricordando che Fabio e il suo gemello Luca da piccoli erano l’orgoglio di nonno Pasquale, che li portava a messa con lui la domenica mattina presto.
Commovente a fine funzione il saluto della moglie “Sei stato l’amore della mia vita – ha detto tra i singhiozzi – pensavo che avremmo passato insieme tutta la vita. A nostra figlia Perla parlerò ogni giorno di te”.
“Fabio era un ragazzo cresciuto con i valori d’altri tempi”, ha detto nel suo intervento il sindaco Massimiliano Berghella, che ha dichiarato il lutto cittadino, con le bandiere del municipio fermate da nastri neri.
Un applauso al termine della cerimonia funebre ha salutato la bara coperta di rose rosse, portata a spalla dai fratelli e dai cugini. Ad attendere il feretro all’uscita dalla piazza c’erano gli amici della pallacanestro, commosso il saluto del presidente dell’Intrepida, “I ragazzi sono tutti provati – dice Nicola D’Auria – la cosa più bella di Fabio che mi rimarrà impressa è che quando ci stringevamo la mano, mi guardava negli occhi”.