Vertenza Honeywell: lo sciopero a oltranza prosegue con il sostegno del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che ieri a Roma ha incontrato una delegazione con i sindacati e la Regione Abruzzo.
La multinazionale americana sta pagando un milione di dollari al giorno di penali perché non riesce a fornire i clienti: è questo uno degli obiettivi raggiunti dallo sciopero a oltranza proclamato da Fim, Fiom e UIlm nello stabilimento dei turbocompressori in Val di Sangro. Lo hanno riferito i segretari Davide Labbrozzi (Fiom), Primiano Biscotti (Fim) e Nicola Manzi (Uilm) ai lavoratori in assemblea davanti ai cancelli.
“Non molliamo adesso” è l’appello lanciato dalle rsu di fabbrica. La porta al civico 6 di via Ancona è aperta e in tanti vorrebbero rientrare al lavoro: abbiamo il mutuo, dicono commentando tra la folla, le bollette da pagare e le famiglie da sostenere. Dopo un mese di sciopero, i 420 dipendenti della Honeywell sanno che la busta paga di ottobre sarà vuota; e quella di settembre era già la metà. “Ma cedere adesso – rispondono i sindacati – significa perdere”.
Al ministro Calenda la multinazionale ha chiesto un mese di tempo per rispondere alla proposta avanzata in queste ore di altri 50 milioni di aiuti statali, gli stessi dati dalla Slovacchia per il nuovo stabilimento fotocopia. E’ solo un trucco, secondo Fim, Fiom e Uilm: ormai c’è la consapevolezza che entro dicembre arriveranno le lettere di licenziamento, è solo una questione di tempo per terminare il bake up dei codici dello stabilimento atessano.
Al Tgmax le dichiarazioni di Davide Labbrozzi, segretario Fiom Cgil Chieti, Primiano Biscotti, segretario Fim Cisl Chieti, e Nicola Manzi, coordinatore interregionale Uilm Uil.